Immaginiamo un miope costretto a vivere tutta la vita senza gli occhiali, una persona
con difficoltà di deambulazione a muoversi senza l’ausilio di un bastone o una persona
con difetti uditivi ad ascoltare senza l’aiuto di un dispositivo apposito. Lavorare,
mangiare, passeggiare, fare sport o svolgere qualsiasi altra attività diviene, in queste
condizioni, estremamente difficile se non impossibile.
E ora immaginiamo un ragazzino affetto da un disturbo specifico dell’apprendimento
come dislessia, disgrafia, discalculia o disortografia. Le sue difficoltà a scuola sono
enormi, tutto gli appare confuso e incomprensibile. Ciò che per un suo compagno è
lineare e semplice da apprendere, per un ragazzo affetto da disturbi è paragonabile a
una montagna da scalare. Ecco però che uno schema, una tabella, un’attività
laboratoriale o un “fare con le mani” si trasformano in ausilio, in uno strumento che
rende meno ostico il suo percorso.
A scuola ormai tutti noi insegnanti lavoriamo sempre più spesso in classe con alunni
certificati DSA, ovvero affetti da Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Questi disturbi,
riconosciuti dalla legge 170 dell’8 ottobre 2010, interferiscono con lo sviluppo
neurologico e compromettono la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo
corretto. Accanto a questi ragazzini vi sono poi gli studenti con bisogni educativi
speciali, i BES, che, pur non avendo ricevuto una diagnosi specifica per mille ragioni
differenti, linguistiche o culturali, hanno necessità di supporto nel loro processo di
apprendimento.
Disturbi e difficoltà di vario tipo rendono il percorso scolastico spesso stressante e
insoddisfacente e quando questi ragazzini, giunti alla scuola media, si trovano ad
affrontare per la prima volta in maniera concreta l’apprendimento di una lingua
straniera, l’inglese in particolare, le difficoltà aumentano. Lo scoglio maggiore da
superare è la lingua scritta: grafemi che non corrispondono a fonemi, suoni non
presenti nella lingua italiana, una struttura grammaticale e una costruzione delle frasi
completamente diverse dalla lingua madre. Anche l’acquisizione del lessico può
risultare molto difficile perché gli studenti DSA fanno fatica a memorizzare le
informazioni e ad assimilare gli automatismi che permettono di recuperare le
informazioni immagazzinate.
A queste difficoltà oggettive si aggiungono poi quelle legate all’aspetto emotivo e
motivazionale. Fatica, insuccessi, senso di inadeguatezza portano spesso questi
studenti a scarsa motivazione e poca autostima, e ciò non fa ovviamente altro che
peggiorare la situazione.
Per l’insegnante di lingua inglese, dunque, supportare gli studenti DSA e consentire
loro di apprendere la lingua diviene una grande sfida. Il primo passo è quello di
comprendere che svogliatezza, pigrizia e mancanza di impegno non vanno interpretati
come tali: l’esposizione continua a una situazione di stress, quale è ad esempio la
lezione di inglese, genera spesso una sorta di chiusura e di meccanismo di autodifesa.
La richiesta scolastica è troppo alta, e lo studente in difficoltà non riuscendo a
soddisfarla come conseguenza si chiude in sé e, ancora una volta, non fa progressi
perché, per reagire alla frustrazione, si sottrae ed evita il compito.
Cosa fare allora per aiutare i nostri studenti DSA? Innanzitutto è fondamentale
riconoscere il disturbo e accettarlo; dopodiché fornirgli tutti gli strumenti compensativi
e dispensativi così come previsto dalla legge, e aiutarlo a capire come utilizzarli. Infine
è indispensabile lavorare sull’autostima. Se uno studente pensa di non saper fare
nulla, allora non farà nulla. Ma se con il nostro supporto riuscirà a portare a termine
un compito, seppur piccolo, acquisirà maggiore sicurezza e, anziché chiudersi, sarà
in grado di affrontarne uno un po’ più difficile.
Ma concretamente cosa fare, quali metodi adottare, quali strategie mettere in campo?
Ogni studente è un caso a sé, ogni disturbo è differente e il nostro compito di
insegnanti è quello di ascoltare, comprendere e soprattutto sperimentare. Una
metodologia che ha avuto successo con uno studente, non è che detto che sia efficace
con un altro. Sicuramente oltre a tanta pazienza e dedizione, nell’insegnamento della
lingua inglese è importante proporre ai nostri studenti DSA, soprattutto i più piccoli,
immagini e disegni a supporto, limitando al massimo l’aspetto grafico legato alla
scrittura. Altrettanto utile è creare lezioni segmentate, in cui è richiesta una grande
attenzione all’inizio per poi alternare momenti di distrazione positiva a momenti in cui
è richiesto un maggiore impegno, e attività più leggere e creative.
E’ necessario che il materiale didattico sia “DSA friendly”: fornire, ad esempio, testi
supportati da immagini e fotografie che aiutino a ricordare l’informazione, scrivere alla
LIM utilizzando box e cornici che possano enfatizzare l’informazione stessa; oppure
usare font ad alta leggibilità, spezzettare il testo in paragrafi, elenchi puntati e titoletti,
privilegiare materiali audiovisivi, evidenziare le parole chiave.
I ragazzi DSA hanno certamente tante debolezze, ma anche dei punti di forza. Il nostro
compito è quello di individuarli e saperli sfruttare per costruire delle lezioni alternative
per tutta la classe, utilizzando metodologie differenti, dal cooperative learning alla
didattica laboratoriale.
Quest’ultima può risultare molto efficace non solo per gli studenti DSA. Doing by
learning, attraverso appunto il fare concreto, sperimentando, mettendo in campo le
conoscenze e le abilità come risultato di una riflessione e interiorizzazione del
processo di apprendimento sperimentato, può portare al successo.
In questo percorso di crescita e apprendimento può risultare molto utile anche per gli
studenti DSA la partecipazione a esperienze linguistiche. E’ il caso, ad esempio, del
viaggio studio ove, più che mai, la didattica laboratoriale è messa in campo per offrire
un’esperienza immersiva e per consentire ai ragazzi di imparare a superare i propri
limiti in un ambiente protetto e, al tempo stesso, dove il confronto con i pari, la voglia
di aprirsi a nuove esperienze e conoscenze possono giocare un ruolo fondamentale
sia dal punto di vista dell’apprendimento che, soprattutto, della crescita personale.
La serenità e i risultati che uno studente DSA può conseguire tanto a scuola quanto
nella vita di tutti i giorni possono dipendere in gran parte anche dalle capacità
dell’insegnante incontrato tra i banchi. Dunque, non dimentichiamo mai di riflettere su
quanto sia importante e delicato il nostro ruolo e cerchiamo di fornire sempre ai nostri
ragazzi DSA, e non solo, tutti quegli strumenti di cui hanno bisogno per camminare
sicuri verso il loro domani.
Miria Sanzone
Docente di ruolo di lingua inglese all’IC Bagnolini di Villadossola (VB)