L’esperienza Erasmus Plus a cui ho avuto la possibilità di partecipare mi ha permesso di scoprire e
vivere in prima persona l’organizzazione e il funzionamento del sistema scolastico inglese.
Il fatto di condividere questo grande progetto europeo assieme alle colleghe della scuola primaria
e secondaria ha reso possibile un confronto in merito alle diverse tematiche affrontate durante i
corsi di formazione a Bristol e uno scambio di opinioni sugli aspetti positivi e negativi.
In questo modo abbiamo potuto sviluppare un punto di vista critico e costruttivo rispetto ai diversi
sistemi scolastici, infatti l’esperienza diretta è sicuramente una delle modalità più efficaci per
apprendere e mettersi in gioco.
In particolar modo, abbiamo avuto la preziosa opportunità di essere accolte da due scuole molto
vicine alla nostra con le quali condividiamo i valori educativi fondamentali e la centralità dell’alunno
nel processo di apprendimento.
Presso la St. Joseph’s Catholic Primary School e la St. Mary Redcliffe and Temple school, scuola
secondaria, abbiamo potuto osservare gli ambienti di apprendimento e partecipare a molteplici
attività didattiche in diverse classi attraverso l’attività di job shadowing ossia studio e osservazione
diretta sotto la guida di professionisti.
Ho osservato che in entrambe le scuole viene dato spazio agli alunni per esprimere opinioni,
formulare domande e confrontarsi con i compagni di classe nell’ottica di un arricchimento reciproco.
A tal proposito ho notato che nelle classi i banchi sono spesso disposti ad isole, in questo modo gli
alunni possono facilmente confrontarsi durante l’esecuzione di un esercizio o un’attività mettendo
in atto il cooperative learning.
Nelle scuole che abbiamo potuto osservare i lavori in coppia ed in piccolo gruppo sono molto
utilizzati, infatti gli alunni si dimostrano abituati a tale modalità di lavoro e sanno dosare bene il tono
della voce rispettando le regole in modo consapevole.
Anche la gestione della classe si è dimostrata molto efficace in quanto tra una proposta didattica e
l’altra le insegnanti garantivano spesso delle pause attive in cui gli alunni potevano cantare una
canzone e muoversi con il proprio corpo.
Questa strategia influisce sicuramente in modo positivo sulla didattica poiché motiva gli alunni,
migliora il clima della classe, aumenta il livello di attenzione sul compito e favorisce l’apprendimento
dei bambini anche attraverso la dimensione corporea.
Emerge dunque un’idea di bambino competente, che apprende in tanti modi attraverso le diverse
intelligenze multiple e con tanti linguaggi tra loro interdipendenti che sostengono una visione
interdisciplinare dei saperi.
Dunque, dopo aver partecipato in prima persona a questo progetto, consiglio e auguro a tutte le
insegnanti di vivere un’esperienza di Erasmus Plus per arricchire e migliorare la propria didattica dal
punto di vista teorico e pratico.
Giulia Pozzebon